Uno scudo termico italiano per la navetta europea Space Rider

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Contratto da 12,8 milioni fra Thales Alenia Space Italia e Cira

Rappresentazione grafica della navetta europea Space Rider (fonte: CIRA)

Sarà italiano lo scudo termico destinato a proteggere il primo veicolo spaziale europeo in grado di portare carichi nell’orbita bassa e poi di rientrare nell’atmosfera, lo Space Rider dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) il cui primo volo è previsto a fine 2023 con il nuovo lanciatore Vega C. Il contratto, da 12,8 milioni, è stato firmato da Thales Alenia Space Italia e Centro Italiano Ricerche Aerospaziali (Cira).

Finanziato dall’Esa, il programma Space Rider è stato affidato, per lo sviluppo del modulo di rientro, alla Thales Alenia Space Italia, a capo di un consorzio di imprese, università e centri di ricerca europei; ad Avio è stata affidata la responsabilità dello sviluppo del modulo di servizio orbitale. Completamente automatizzato e riutilizzabile, lo Space Rider è un veicolo automatico, destinato quindi a volare senza equipaggio, e riutilizzabile: può restare in orbita fino a due mesi e poi rientrare nell’atmosfera protetto dallo scudo termico, atterrando con una precisone di 150 metri. Dopo l’atterraggio e il recupero dei carichi scientifici, la navetta può essere riutilizzata fino a sei missioni.

Il sistema di protezione termico che permette il rientro nell’atmosfera in sicurezza è realizzato con il materiale composito a matrice ceramica ISiComp, che permette di dissipare l’energia accumulata nel rientro in atmosfera passando in pochi centimetri di spessore da temperature di 1.600 gradi a poco più di 100 gradi. “Space Rider è un programma di frontiera per l’Europa, che così viene ad ampliare le proprie competenze in un campo ad alte prospettive di sviluppo, quello del rientro dallo spazio, anche nella ancora non pienamente esplorata prospettiva della riutilizzabilità”, osserva il presidente del Cira, Giuseppe Morsillo. “Il Cira con i suoi brevetti e le sue attività di ricerca e sviluppo, e la filiera nazionale con le sue capacità industriali, sono oggi – prosegue – snodo essenziale per segnare un deciso passo in avanti, dopo i passati programmi sperimentali, aprendo la via ad una prospettiva strategica di natura complementare a quella del già consolidato accesso allo spazio, ed essenziale per un più ampio sfruttamento delle opportunità derivanti dalle attività spaziali e un diversificato ritorno per il Paese, non solo strategico, ma anche sociale ed economico, come le ricadute a venire dimostreranno”.

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