L’esplosione del 2020 al porto di Beirut ha scosso l’atmosfera

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Violenza comparabile a quella delle eruzioni vulcaniche

Vigile del fuoco al lavoro dopo l’esplosione del 4 agosto 2020 nel porto di Beirut

La tragica esplosione al porto di Beirut del 4 agosto 2020 ha scosso perfino gli strati piu’ alti dell’atmosfera, con una violenza paragonabile a quelle eruzioni vulcaniche. Lo dimostrano i disturbi elettrici rilevati nella ionosfera dai ricercatori del National Institute of Technology in India in collaborazione con i colleghi giapponesi dell’Universita’ di Hokkaido. I risultati dello studio sono pubblicati sulla rivista Scientific Reports.

Provocata da un carico di nitrato di ammonio di oltre 2.700 tonnellate, l’esplosione di Beirut aveva fatto tremare la Terra con scosse che erano state rilevate dai sismografi fino a 500 chilometri di distanza. Finora, pero’ , nessuno aveva valutato il suo impatto sull’atmosfera e in particolare sulla ionosfera, lo strato compreso tra 50 e 1.000 chilometri di altezza, caratterizzato dalla presenza di elettroni liberi che i raggi solari strappano in continuazione ai gas atmosferici.

Partendo dalle anomalie che il 4 agosto si sono verificate nella trasmissione delle microonde inviate dal sistema di navigazione satellitare globale GNSS, i ricercatori hanno calcolato come e’ cambiata la distribuzione degli elettroni nella ionosfera per effetto delle onde acustiche generate dall’esplosione. “In questo modo – spiega Kosuke Heki dell’Universita’ di Hokkaido – abbiamo scoperto che l’esplosione ha generato un’onda che ha viaggiato attraverso la ionosfera in direzione sud con una velocita’ prossima a 0,8 chilometri al secondo”.

Secondo i ricercatori, simili dati sulle ‘impronte’ acustiche generate da esplosioni nella ionosfera potrebbero essere riuniti in un unico database, utile non solo a monitorare varie dinamiche geologiche del pianeta (come le eruzioni vulcaniche), ma anche possibili test segreti su armi nucleari. (Ansa)

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