I misteri di Roopkund

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Una pozza d’acqua nel cuore dell’Himalaya è il teatro di una storia lunga e tragica: centinaia di persone sono arrivate e morte lì da tempi e luoghi differenti e lontani, persino dal Mediterraneo.

Il lago Roopkund è una piccola perla d’acqua incastonata tra le montagne dell’Himalaya, a 5.029 metri sul livello del mare: piccola, perché è più una pozza che un lago, con i suoi 40 metri appena di diametro. Con una brutta fama, oltretutto: Roopkund è infatti chiamato anche Skeleton Lake perché nelle immediate vicinanze sono state trovate le ossa di centinaia di persone, sparse un po’ ovunque.

Un ritrovamento sorprendente e misterioso avvenuto durante la Seconda guerra mondiale, quanto un militare britannico scoprì il lago ghiacciato e il suo contorno di scheletri umani.

È stato finora impossibile fare ipotesi attendibili sui fatti che causarono la morte di centinaia di persone attorno a quella pozza d’acqua, sia per le difficoltà per raggiungere quel luogo e approfondire le indagini, sia perché nel tempo le persone arrivate sin lì hanno manipolato i resti e portato via importanti reperti. Le storie, in ogni caso, non mancano: una narra che quegli uomini e donne furono uccisi dalla dea del Nanda Devi, offesa dai comportamenti delle persone salite fin lassù per una cerimonie; un’altra storia narra di un esercito sorpreso da una tempesta micidiale, un’altra ancora di una micidiale epidemia… Tutte storie da raccontare attorno al fuoco.

Uno scenario che poteva avere senso quando si pensava che lì fosse avvenuta una tragedia che aveva spazzato via centinaia di persone in un sol colpo o quasi. Oggi sappiamo che non è così, che si tratta di centinaia di persone arrivate e morte lì da luoghi e tempi differenti: il mistero si infittisce.

LA STORIA DEL DNA. Un gruppo internazionale di ricercatori ha però pubblicato su Nature i risultati dell’analisi del DNA di 38 scheletri completi, che sono anche stati datati e studiati con vari metodi per estrapolare informazioni, per esempio, sull’alimentazione di quelle persone. I risultati non sono meno sorprendenti del mistero di Skeleton Lake:

le ossa appartengono a tre gruppi geneticamente distinti, arrivati fin lì in momenti diversi e separati anche da un migliaio di anni!

Un primo gruppo di resti appartiene a indiani, ma di diverse popolazioni vissute anche a grande distanza tra loro. Un secondo gruppo identifica individui originari del Mediterraneo orientale, in particolare dalla Grecia e da Creta. Un terzo gruppo appartiene a popolazioni del sud-est asiatico. L’esperto di biologia evolutiva dell’Università di Harvard, Éadaoin Harney, coordinatore delle ricerca, ammette la sorpresa provata alla scoperta di tale varietà e, in particolare, della presenza di individui provenienti dall’area del Mediterraneo. E non è tutto: quegli individui arrivarono e morirono in quel luogo in tempi diversi, nell’arco di 1.000-1.300 anni. Alcuni reperti identificano infatti una prima serie di decessi diluiti tra il 600 e il 900 d.C.; altri reperti portano a tempi più vicini, diluiti tra il 1600 e il 1900. Infine, e per sottolineare il mistero, le analisi non hanno ancora permesso di capire di che cosa sono morte tutte quelle persone. (focus.it)

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